ESCLUSIVA SI Santander: “Reggina? A giugno troveremo una soluzione”

Federico Santander respira di nuovo l’aria di casa: dopo il passaggio della scorsa estate alla Reggina, El Ropero è tornato in patria (in prestito), al Guarani a gennaio, complici un minutaggio lontano da quello sperato ed anche l'intenzione di alleggerire il monte stipendi della squadra.

E’ bene precisare che il tema dei pagamenti continua a tenere banco in casa amaranto, in seguito alla notizia che la Procura Federale ha annunciato di deferire il club per non aver pagato parte degli stipendi di novembre-dicembre 2022 e i contributi Inps: la società ha emesso un comunicato per sottolineare la propria puntualità in tali adempimenti (la nota recita che “i propri tesserati ricevono il pagamento con regolarità e puntualitá” e che “il Club ha svolto le sue attività in ossequio e doveroso rispetto dei provvedimenti resi dal Tribunale di Reggio Calabria”).

Ai microfoni di SPORTITALIA l’attaccante paraguaiano si è raccontato fra passato, presente ed anche futuro, sempre più lontano dall’Italia.

Federico, come sta andando il tuo ritorno in Paraguay?

"Sto bene, sono felice di essere tornato qui, nel mio paese, a casa mia. Va sempre meglio".

Hai cambiato spesso casacca nel corso della tua carriera, giocando in Paesi anche molto diversi fra di loro. Quanto senti importante il sacrificio nel tuo percorso?

"Tutti i sacrifici hanno la loro ricompensa. Tutto il lavoro significa sacrificio. Io ho la fortuna di fare il calciatore professionista da quando ero molto giovane, a 16 anni. E mi sono trasferito quando ero molto giovane (a 19 anni) al Tolosa”.

E’ stato difficile?

“In ogni paese in cui sono andato mi sono dovuto un po' adattare a culture differenti. Grazie alla mia famiglia, che è sempre stata con me, mi sono adattato più facilmente alle varie situazioni".

A quali calciatori ti ispiravi nei tuoi inizi, prima di sbarcare in Europa?

"Guardavo sempre Ronaldo il Fenomeno e Zlatan Ibrahimovic: attaccanti straordinari".

Cosa ricordi di quando arrivò la chiamata dal Bologna?

"Il Bologna venne a vedermi quando eravamo in piena Champions, nel 2017: mi stavano già cercando allora. L'affare si concretizzò più avanti e mi piacque tutto di quello che vidi visitando Bologna, così come la proposta ed il progetto dei nuovi proprietari che volevano fare grandi cose".

Che ne pensi del rendimento di Orsolini in questo 2023 e delle voci di mercato sul suo conto?

"Orsolini è un giocatore importante per il Bologna. E' cresciuto molto in questi anni, ha trovato l'ambiente giusto. E' un emblema per i rossoblù. Non gli consiglierei di andarsene, perché lì sta bene ed è fondamentale e felice".

Che ricordo porterai con te di Mihajlovic?

"Con Sinisa fu chiaro fin dal primo giorno che voleva che fossimo un gruppo unito. La situazione non era buona in quel momento, ma per raggiungere la salvezza servì proprio la nostra forza come squadra, eravamo uniti. Con lui, poi, mi trovavo bene: mantengo di lui il ricordo di un tipo diretto, vero, che ti dice le cose in faccia. Questo per me conta moltissimo. E' un grande dolore quel che gli è successo".

Ci parli del tuo rapporto con Inzaghi? A Bologna facesti molto bene con lui, a Reggio Calabria è andata diversamente.

"Con Pippo sono andato subito bene a livello individuale, anche se come collettivo abbiamo faticato a trovare subito risultati positivi. Dopo qualche anno mi ha richiamato per venire alla Reggina, per un progetto grande. Mi interessò subito molto. Devo dire che mi aspettavo di poter avere più spazio e ovviamente non è facile quando non trovi spazio. Ma il calcio è così".

Al termine del prestito, cosa farai?

"Dovrei tornare a giugno, anche se con la situazione che c'è alla Reggina, non vedo molti aspetti positivi. Ci sono alcuni pagamenti dovuti non solo a me, ma anche ad altri ex compagni di squadra e parliamo di cifre importanti. Non conosco i dettagli della situazione e non voglio entrare in polemica. Comunque ho un contratto con loro, dovrei tornare, ma vedremo a fine anno di trovare la migliore soluzione".

Fonti vicine alla società della Reggina specificano quanto segue rispetto alla questione degli emolumenti sollevata dall’intervista di Federico Santander a Sportitalia.com 

“Come comunicato dagli esiti della chiusura indagini sul Caso Reggina, alcuni ex tesserati amaranto, tra cui Santander, non hanno percepito parte dell'emolumento di gennaio proprio perché il pagamento di quella parte di stipendio per i tesserati ceduti a gennaio è stata giudicata dal Tribunale, che gestisce i conti della Reggina, non essenziale per la continuità aziendale del Club”.

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