Sinner supera Bertolucci. Ecco cosa gli manca

13.02.2023 13:11 di Redazione Sportitalia   vedi letture
Fonte: A cura di Chiara Icardi
Sinner supera Bertolucci. Ecco cosa gli manca

E’ un San Valentino di successo per Jannik Sinner che torna a vincere un titolo dopo un digiuno durato 196 giorni . L’altoatesino a Montpellier ha conquistato il settimo titolo in carriera, ha superato un mostro sacro come Paolo Bertolucci a quota 6 salendo sul podio, in terza posizione, dei plurivittoriosi italiani nell’era Open. I numeri però passano in secondo piano, visto l’ampio bagaglio tecnico e tattico dimostrato in Francia. Partiamo dal servizio, un solo break concesso in tutto il torneo ha evidenziato l’accurato lavoro eseguito su questo colpo: nella stagione passata una problematica ricorrente è stata la gestione delle palle break, (i dati statistici forniti da Ubitennis hanno rivelato solo un 60% di palle break salvate in match vinti) a Montpellier ma in generale nel 2023 ha fatto un passo in avanti notevole, in finale per esempio è stato fondamentale il controllo del quarto gioco dove con personalità e freddezza ha ribaltato il punteggio e dallo 0-40 ha scampato un potenziale grande pericolo viste le qualità al servizio di Cressy. A proposito della battuta dell’americano, il classe 1997 ci ha riportato ai tempi di McEnroe quando il serve and volley era il credo tennistico, chiaramente non sto paragonando i due giocatori ma sicuramente Cressy ha fatto di questo schema il suo punto di forza, e per gli avversari trovare continuità nella risposta è un compito decisamente arduo. Sinner è riuscito a essere dominante anche in quello, grazie all’aggressività espressa soprattutto sulla seconda di servizio ha sempre comandato gli scambi deliziando il pubblico con strepitosi vincenti. 

La domanda è dunque scontata, cosa manca all’allievo di Simone Vagnozzi e Darren Cahill per diventare una macchina da guerra nei Masters 1000 e negli slam? 

Solo il tempo. Sinner è in continua evoluzione, il servizio come citato sopra è sempre più affidabile, il dritto e il rovescio, già decisivi da diverso tempo, hanno diminuito la percentuale di errori gratuiti e l’intelligenza tattica ha sempre più armi come l’uso appropriato della palla corta, l’attenta analisi delle caratteristiche dell’avversario che ha portato allo sviluppo di una strategia vincente a ogni match e una condizione fisica che al momento non ha destato preoccupazioni. La forte propensione al lavoro, senza i classici castelli mentali che a volte fanno parte della mentalità italiana, ha portato i primi risultati ma questo è solo l’inizio di un lungo cammino perché i frutti migliori, si sa, arrivano con la maturità del tempo.