Sinner, fidati: manca davvero poco

Eccezionale, sorprendente, travolgente. È questa la cornice che inquadra le settimane americane di Jannik Sinner, prima la semi a Indian Wells poi la finale di Miami, amara certo, perché la sontuosa prestazione contro Alcaraz, quella battaglia di nervi, di talento, di gioco vinta contro lo spagnolo presagiva a un lieto fine da favola. È mancato l’ultimo atto, è mancata la tenuta fisica che consentisse di replicare quel tennis anche contro Medvedev, ma il russo ha numeri devastanti in questo 2023: dopo la sconfitta agli Australian open su 26 partite disputate 25 vittorie e una sola sconfitta contro Alcaraz. I 6 successi su 6 contro l’azzurro portano alla definizione di Bestia nera. Non è solo la matematica la spiegazione del netto andamento dei precedenti, esiste una più consistente spiegazione tecnica per cui la solidità dei fondamentali di Medvedev non consente a Sinner di trovare gli spazi necessari per realizzare un vincente, perché il russo giocando con i piedi lontani dalla riga di fondocampo lo costringe a effettuare sempre un colpo in più e senza il 100% della condizione abbattere quel muro è decisamente complicato.
Questa è l’arma aggiuntiva del numero 4 del mondo, dotato di un grande servizio e di un dritto e rovescio letali per questa superficie. Ma per la volpe rossa è solo questione di tempo, gli evidenti progressi fin qui mostrati sono ancora in evoluzione, Sinner ha ampi margini di miglioramento sia dal punto di vista tattico, il drop shot, la maggior sensibilità sottorete occuperanno un posto sempre più grande nel suo bagaglio tecnico ma sarà soprattutto la costruzione fisica la chiave che gli consentirà di reggere abitualmente i forsennati ritmi che i vertici del circuito mondiale richiedono. Da Miami a Montecarlo, si riparte dalla stagione sulla terra da numero 9 del mondo e con la consapevolezza di poter scalare sempre più rapidamente la classifica.
Eccezionale, sorprendente, travolgente non serve aggiungere altro.