Matteo Berrettini, passo indietro per ricominciare

15.03.2023 13:02 di Redazione Sportitalia   vedi letture
Fonte: A cura di Chiara Icardi
Matteo Berrettini, passo indietro per ricominciare

Che non sia un momento tennisticamente felice per Matteo Berrettini lo si è capito e i risultati sul campo hanno dimostrato le molteplici difficoltà che sta attraversando il tennista romano che per la prima volta negli ultimi anni si è visto bersagliato dalle critiche inaspettate e talvolta poco costruttive. L’ex finalista di Wimbledon 2021, semifinalista degli Australian open 2022, semifinalista degli Us Open 2019, ex numero 6 del mondo non ha improvvisamente dimenticato come si gioca a questo sport né tanto meno ha deciso di dedicarsi ad altre sfere professionali che non riguardino il campo ma in una crescita organica di un giocatore un momento particolarmente negativo è assolutamente plausibile. Nel 2022 Matteo ha giocato 13 tornei, Casper Ruud per fare un paragone ne ha disputati 22, quasi il doppio e le conseguenze della stagione passata si sono presentate solo ora. Quando l’anno scorso dopo aver saltato la stagione sulla terra, Berrettini è rientrato in campo ha vinto l’ATP 250 di Stoccarda e il prestigioso ATP 500 del Queen’s tradotto 9 successi consecutivi dopo uno stop di 84 giorni è stato a dir poco fenomenale per non dire anormale. Nella parte finale dello scorso anno è stato nuovamente condizionato dagli infortuni ed ha iniziato il 2023 con poche partite alle spalle e nonostante questo nella United cup ha dimostrato di avere il livello per competere con i più grandi e difatti ha vinto contro Hurkacz e Ruud. Sicuramente l’attenzione nel giocare una competizione a squadre come la United Cup è inferiore rispetto alla programmazione vera e propria con gli ATP 500, Masters Mille e Grande Slam, ma è stato comunque un banco di prova importante per certificare le sue condizioni. Le ultime sconfitte invece hanno allarmato praticamente tutti, Berrettini è stato accusato di distrarsi per via della relazione con Melissa Satta, polemica al quanto prevedibile.

Il tennista per stare bene in campo deve assolutamente trovare la serenità al di fuori e le sue dichiarazioni in merito alla sfera sentimentale ne hanno testimoniato la sua felicità. Che ci crediate oppure no, è così. Il vero problema è l’assenza di continuità: per poter essere competitivi a quei livelli, per poter fare una semifinale slam, una vittoria in un mille e via dicendo ogni aspetto che compone il tennista deve rasentare la perfezione. Dalla forma fisica, al feeling con la palla, all’evoluzione di gioco che passa inevitabilmente dal duro lavoro e dalla possibilità di disputare tante partite per continuare a migliorare e per consolidare i propri punti di forza soprattutto per un giocatore la cui scalata nella top 10 è stata relativamente rapida, e come sappiamo se vincere è difficile pensate cosa significhi confermarsi. La scelta di fare un enorme passo indietro e andare a giocare un torneo Challenger significa aver bisogno di quantità: tante partite alla ricerca della condizione migliore, per sentirsi di nuovo vincente ma allo stesso tempo con il rischio di poter anche sprofondare, perché se anche ad un livello più basso non dovessero arrivare i risultati, un crollo mentale sarebbe la più probabile conseguenza. Giusta la scelta intrapresa dal team di Berrettini anche se qualora la stagione proseguisse con risultati non all’altezza delle sue capacità allora un radicale cambio in quelli che da sempre sono stati i suoi punti cardine come allenatore e preparatore fisico sarebbe inevitabile.