Jannik Sinner: la finale di Rotterdam? Altro grande passo in avanti

È mancata la ciliegina sulla torta ma la crescita di Jannik Sinner è evidente e con la finale di Rotterdam ha dimostrato quanto il suo potenziale è ancora in fase di definizione. Daniil Medvedev è forse il miglior giocatore al mondo su questa superficie (cemento indoor) e nel match contro Sinner ha dimostrato il perché. Il primo set dell’azzurro è stato uno dei migliori giocati in carriera, è stato abile nello sfruttare la prima palla break a disposizione per portarsi in vantaggio nel punteggio, e nonostante il contro break, Jannik ha continuato a esprimere il suo miglior tennis: gli intensi scambi da fondocampo sono stati gestiti alla perfezione sia nei turni al servizio sia in quelli di risposta e di fatti per ben due volte è stato in grado di strappargli il servizio. La diretta conseguenza è stata un piccolo calo in apertura del secondo che con un giocatore come Medvedev è stata letale per l’andamento del parziale. Il russo ha alzato il livello con la battuta, sia aumentando le percentuali di prime palle ma soprattutto usando questo colpo come ancora di salvataggio in tutte le situazioni di pericolo, e ogni volta che Sinner ha avuto la chance di riagganciarlo (tanto nel secondo quanto nel terzo) ecco che o l’aces o lo schema su due colpi ha agito come boccata d’ossigeno per l’ex numero 1 del mondo.
La sostanziale differenza è stata questa: per un servizio che aumentava game dopo game, per un dritto o un rovescio ancora più profondo, dall’altra parte l’altoatesino ha faticato a mantenere la stessa efficacia e ha finito la partita decisamente in affanno.
La chiave di lettura però è assolutamente positiva. Sinner ha concluso la settimana con la consapevolezza che gli aspetti su cui sta lavorando stanno dando i primi risultati, la direzione è quella giusta perché non appena si abituerà a giocare sempre a tale intensità, non appena la solidità fisica e tecnica si stabilizzerà a questo livello difficile non pensare di vederlo trionfare in un masters mille o in uno slam.
A mio avviso, e non mi stanco di dirlo, è solo questione di tempo ricordiamoci come si è sbarazzato di Tsitsipas qui a Rotterdam, ricordiamoci che Medvedev sul cemento ha tolto a Djokovic la chances di compiere il grande slam nel 2021 (vincendo gli Us Open) e se avesse vinto quell’Australian open del 2022 in finale su Nadal probabilmente il russo in bacheca avrebbe molti più tornei “grossi”. Sinner gli ha tenuto testa e può solo che esserne orgoglioso. Ma lui questo lo sa, e il pit stop della finale serve per ripartire con più benzina nel motore perché il viaggio sarà lungo e tortuoso ma la destinazione Finale non è poi così lontana.