Jannik Sinner – Il futuro è la certezza dell’Azzurro

Se è vero che il tempo ricuce le ferite, se è vero che con il tempo si raggiungono gli obiettivi e se nel tempo si formano i campioni allora tempo è la parola da utilizzare per Jannik Sinner. Il tennista altoatesino è reduce dalla sconfitta negli ottavi di finale degli Australian Open contro Stefanos Tsitsipas, numero 4 del mondo, in una rocambolesca partita conclusa 63 al quinto set. Nella Rod Laver Arena, esattamente un anno fa Sinner disputava i quarti di finale contro il greco e il risultato fu un match a senso unico concluso per 6-3 6-4 6-2. E’ vero che nel tennis ogni partita è a se e non è prettamente corretto fare paragoni tra i diversi incontri ma in questo caso il confronto è duttile nella spiegazione dei miglioramenti del giocatore. Partendo dai lati positivi, Jannik Sinner ha dimostrato di aver ampliato il suo bagaglio tecnico: alla potenza dei fondamentali dove la velocità deriva dall’ottimo timing nell’impattare i colpi, si aggiunge la varietà di gioco espressa dall’uso dello slice, dei drop shots e un netto passo in avanti del gioco a rete. Il servizio per quanto possa diventare ancora più efficace è l’arma aggiuntiva che rafforza e non di poco le soluzioni a disposizione della volpe rossa, nonostante al momento non sia ancora così letale.
Senza chiaramente tralasciare un aspetto fondamentale ovvero il fisico. Il 2022 di Jannik è stato oscurato dagli infortuni, tanti e così diversi, hanno inevitabilmente acceso un campanello d’allarme nel suo team, che abile nel continuare a lavorare più sul futuro che sul presente imminente ha cercato le soluzioni per sopperire tali avversità. Detto dal suo stesso coach, Sinner ha messo su 3 chili in più rispetto alla scorsa stagione nella speranza di essere ancora più prorompente in campo e più continuo nel fisico. Cosa manca per battere un top 5? Sulla carta nulla, nella pratica forse un po’ più di convinzione, una migliore gestione tattica e tecnica di alcuni momenti in particolare provare a limitare qualche gratuito di troppo ma bisogna attribuire i meriti anche all’avversario in grado di annullare 22 palle break su 26. Questo è un dato che apre due differenti scenari: Sinner non sa concretizzare le occasioni o è Tsitsipas che ha aggiunto un altro tassello nello sviluppo mentale? Per me la verità sta nel mezzo. La statistica di Tsitsipas è equiparabile ai mostri sacri, Djokovic, Nadal, e Federer perché per annullare 22 palle break devi avere grande freddezza psicologica unita alla consapevolezza del colpo, in questo caso il servizio. Ma anche Sinner qualche colpa ce l’ha. Nel quinto set il break preso è un passaggio a vuoto ancora troppo grande per chi vuole arrivare in fondo a uno Slam, e quando di fronte hai uno dei migliori giocatori al mondo l’errore lo ripaghi a caro prezzo. La delusione di Jannik è plausibile ma la chiave di lettura deve essere positiva perché il gap con i più forti è stato ridotto, i margini di miglioramento sono ancora ampi e per un lavoratore come lui, quelli che oggi sono aspetti carenti domani saranno aspetti vincenti.
Sinner non va giudicato va semplicemente aspettato.