Da Montecarlo a Barcellona – Lo show è già cominciato!

28.04.2023 21:54 di Redazione Sportitalia   vedi letture
Fonte: A cura di Chiara Icardi
Da Montecarlo a Barcellona – Lo show è già cominciato!

Andrey Rublev è il nuovo principe di Montecarlo, 57 62 75 il risultato della finale contro Holger Rune che permette al tennista russo di conquistare il primo titolo mille della carriera. Il vincitore che non ti aspetti? Probabilmente si. A inizio del torneo i potenziali candidati al titolo erano tanti e seppur parliamo del numero 6 del mondo era difficile immaginare il suo nome nell’albo d’oro di Monaco. Eppure, il suo successo dimostra come il sacrificio, il duro lavoro e l’attitudine mentale siano imprescindibili per diventare un campione. Non è certo una novità, ma spesso la teoria non è così facile da mettere in pratica, e questo trionfo può senz’altro rappresentare un esempio per tutti i giovani che aspirano un giorno a eguagliare i loro idoli. Se analizziamo i due finalisti, Holger Rune è un giocatore tecnicamente più forte: completo sotto tutti i punti di vista, grande servizio (il danese ha l’abilità di spingere prima e seconda quasi alla stessa velocità) fondamentali solidi e con cui realizza tantissimi vincenti, soprattutto con il dritto e capacità di variare il gioco con l’uso di dropshot e discese a rete. Un bagaglio ricco di soluzioni scuramente ampliato anche grazie alla presenza di Mouratoglou che assieme alla madre è alla guida tecnica di Holger. L’esplosività con cui spacca la palla è direttamente proporzionale all’immaturità con cui al momento gestisce le sue partite, e la finale persa è la cornice più adatta a descriverlo: Rune fa e poi distrugge e spesso i match dipendono solo da lui. I blackout sono ancora tanti ma ha la testa per diventare un numero 1 perché quando il braccio potrebbe tremare, Rune dimostra di avere la personalità per continuare a randellare da fondo campo, è ovvio che il suo essere psicolabile è il grande limite per fare un ulteriore step ma per il gioco che esprime si preannuncia una spettacolare rivalità tra lui, Alcaraz e Sinner. Ricordiamoci che l’anno scorso nello stesso periodo della stagione, Rune non era neanche nei primi 70 della classifica mondiale e a Montecarlo, reduce dalla vittoria del Challenger di Sanremo si fermò al secondo turno contro Ruud.



Rublev, la grande sorpresa del principato, ha finalmente preso consapevolezza delle sue qualità. Le “smazzolate” con il dritto sono il tratto caratteristico del russo, la bravura di cambiare velocità realizzando tantissimi vincenti è l’arma letale del suo tennis, eppure la poca fiducia nei suoi mezzi lo ha sempre portato a un soffio dal trionfo. Quando nella premiazione confonde la principessa Charlene con il presidente della federazione ci fa capire tutta l’incredibilità nell’aver conquistato questo titolo. Dunque, ora che il tabu dei mille è stato sfatato è interessante capire dove può arrivare Rublev e soprattutto se questo successo segna una nuova era alla sua carriera.
Nuova era che coincide con il futuro italiano del tennis, Jannik Sinner e Lorenzo Musetti ci faranno divertire parecchio. L’altoatesino sfiora nuovamente la ciliegina sulla torta, quella consacrazione di vincere un mille, ma la partenza stagionale è a dir poco fenomenale. Semi a Indian Wells, finale a Miami dopo una spettacolare semi vinta contro Alcaraz, e semi a Montecarlo. Non penso ci sia molto da aggiungere se non ripetermi nel sottolineare che è solo questione di tempo perché l’incredibile crescita che sta avendo è visibile giorno dopo giorno. Nell’ultimo match perso gli si può imputare il calo avuto dopo la vittoria del primo set, quel passaggio a vuoto che nella scorsa stagione era spesso una costante e che oggi è solo l’ultima parte da eliminare per arrivare ai vertici della classifica mondiale. L’impresa di Musetti rimarrà ben impressa, battere Novak Djokovic, per quanto non al meglio della sua condizione, è inspiegabile. Questi quarti di finale devono essere la base da cui ripartire dopo diverse settimane in cui i risultati erano lontani dalle sue potenzialità. Il supercoach? scritto sulla telecamera dopo la vittoria su Nole dimostra l’estrema fiducia e feeling che ha muso con il suo team volendo rimarcare come questa sia la strada da percorrere senza il bisogno di scorciatoie. I limiti mentali ci sono ancora, Lorenzo contro Jannik poteva fare di più non fisicamente ma nell’atteggiamento perché per sfondare il muro della top 10 alcuni aspetti devono rasentare la perfezione. Così come il suo servizio, sono ancora ampi i margini di miglioramento per rendere questo colpo ancora più efficace.

Barcellona poi Madrid, Roma e Parigi. Lo show è già cominciato