Australian open, il rapido e doloroso esordio di Berrettini e Musetti

19.01.2023 18:43 di Redazione Sportitalia   vedi letture
Australian open, il rapido e doloroso esordio di Berrettini e Musetti

La finale alla United cup, le grandi prestazione di Matteo Berrettini e Lorenzo Musetti avevano creato un’avvincente illusione nel primo slam dell’anno. Due sconfitte all’esordio hanno cancellato l’idea di vedere gli azzurri almeno nella seconda settimana e seppur siano differenti sono accomunate dalla grande delusione.
Per il tennista romano è una sconfitta pesante, lo scorso anno qui fece semifinale per questo si parla anche di beffa dal momento che per la prima volta negli ultimi 3 anni uscirà dalla top 20 non avendo confermato i 720 punti Atp. L’avversario non ha bisogno di tante descrizioni, Andy Murray è stato numero 1 del mondo, e sulle qualità non si discute ma è anche vero che non è più quel Murray protagonista negli anni dei fab four con Federer, Nadal e Djokovic. I meriti glieli diamo perché ha dimostrato di essere ancora un ottimo giocatore oltre che un instancabile lottatore ma il dito va puntato anche su Berrettini. Non vogliamo colpevolizzare il primo turno, perché questo è il tennis ed è facile esaltare i giocatori quando le cose vanno bene, e denigrarli non appena perdono un match, le colpe però vanno sulla gestione della partita. Matteo ha sbagliato l’approccio nei primi due set, non ha espresso il suo tennis, non è stato aggressivo con i fondamentali e si è ritrovato nella ragnatela tessa dall’inglese. Poi ha provato a dare una scossa aggrappandosi all’efficacia del servizio approfittando di qualche passaggio a vuoto di Murray, pero Melbourne ha dimostrato come anche le certezze (servizio e dritto) possono essere messe in discussione e dunque i lati deboli come per esempio la risposta devono essere migliorati, affinché il piano B possa essere competitivo. Quel match point sfumato rimarrà impresso ancora per un po', ma siamo a inizio della stagione e una volta analizzati i momentanei limiti Berrettini ha la personalità per voltare pagina e tornare nella top 10.



Discorso differente per Musetti, reduce dal grande 2022 ma ancora acerbo nei grandi palcoscenici. Un’esperienza australiana decisamente sfortunata vista l’assenza del coach Tartarini vittima di un malore che l’ha costretto a rimanere lontano dai campi. Lorenzo dal cuore sensibile ed estremamente legato al suo maestro ha iniziato l’incontro con la retromarcia, due set appannati dai pensieri e da un tennis poco spumeggiante. La reazione c’è stata e questo è già un buon punto di partenza ma la costanza e la forza mentale devono diventare il suo must, perché se vuole diventare grande tra i grandi, parliamo degli slam e dei masters mille il bel tennis non basta tantomeno gli alibi. È ora di portare la serenità extra campo anche in campo