Kyrie, senza se e senza ma: ora i Lakers devono muoversi

04.02.2023 08:25 di Francesco Letizia Twitter:    vedi letture
Kyrie, senza se e senza ma: ora i Lakers devono muoversi

Poche ore per chiudere un affare che può cambiare la storia della stagione, ma di conseguenza anche quella di Lakers e LeBron. La richiesta di trade di Kyrie Irving è arrivata quasi in extremis, a 3 giorni dalla chiusura del mercato NBA: Brooklyn stavolta difficilmente riuscirà a contenere l'impeto della guardia ex Duke, forte di un contratto in scadenza. I Nets insomma non solo rischiano di perderlo a zero, ma anche di dover convivere con un problema serio nello spogliatoio da qui a fine anno.

E' chiaro che la franchigia chiamata a darsi una mossa è una: sono i Los Angeles Lakers di LeBron James, che con Irving ha già vinto quel mitico anello a Cleveland, rimontano un 1-3 che ancora oggi è un'impresa unica e che forse lo resterà per sempre. Certo, non tanto i 38 milioni in scadenza, quanto la richiesta di rinnovo contrattuale (sulla cinquantina per ciascuno dei prossimi 4 anni), rendono l'operazione un salto nel buio da un punto di vista del salary cap: prendere Irving significa andare "all in", mettendo in chiaro che, di quanto avverrà tra due o tre anni, poco ti interessa. Il futuro è adesso, andando a giocare tutte le ultime chance di LeBron con Kyrie e Anthony Davis, sperando che il fisico regga.

Ma in fondo, al Re, serve esattamente questo. I rumor per cui Pelinka pensa di essere "a una sola mossa dal titolo" ora tornano veloci alla mente: se non è questa la mossa, quale? Ecco perchè bisogna agire al più presto, forte di una volontà del giocatore abbastanza scontata. Il tassello su cui costruire l'operazione è sicuramente Russell Westbrook, anche se Brooklyn difficilmente pensa di riunire la coppia con Durant: più facile che lo 0 venga spostato in una terza squadra a facilitare. Via anche le first round picks: ai Lakers a poco servono. Giusto invece ritenere intoccabili Reaves e Max Christie: in un roster così corto, con tre star a "mangiare" tutto lo spazio salariale, i giocatori che fanno la differenza sono proprio quelli. E il Re, che ancora non ha digerito l'addio di Alex Caruso per risparmiare qualche dollaro, lo sa benissimo.