Moto Gp: questo Martin meritava una moto ufficiale, e merita oggi di giocarsi il Mondiale

03.10.2023 08:00 di Redazione SI Motori   vedi letture
Fonte: a cura di Filippo Gherardi
Moto Gp: questo Martin meritava una moto ufficiale, e merita oggi di giocarsi il Mondiale

Jorge Martin ha ufficialmente riaperto il Mondiale 2023. E la sensazione è che sia innanzitutto merito suo, prima ancora che colpa di chi, leggi Pecco Bagnaia, avrebbe dovuto chiuderlo con maggiore anticipo.

Dal 3 settembre scorso, e cioè da quel tremendo Gp di Catalogna in cui Bagnaia ha tenuto tutti, lui per primo, col fiato sospeso, Martin non ha praticamente sbagliato nulla. Cinque primi ed un secondo posto nelle ultime sei gare disputate, Sprint Race comprese, e dopo la doppietta di Motegi, dell’ultimo week end, ecco che il distacco nei confronti del pilota che indossa il numero uno sul cupolino si è ridotto ad appena tre lunghezze.

Jorge ha saputo capitalizzare ogni opportunità che questo campionato di Moto Gp ha finito col consegnargli, lottando, soffrendo, inseguendo ed ora, a tratti, dominando. Un pilota completo, ciò che è diventato questo venticinquenne madrileno che dalle classi minori è salito con la prospettiva della “promessa” ma non proprio con le stigmate del predestinato (per lui solo un titolo iridato, nel 2018, in Moto 3, ndr).

Nelle prime due stagioni in Moto Gp, tutte con il team Pramac, Martin aveva collezionato una sola vittoria, in Austria, nel 2021. Quest’anno, ancora e ovviamente con i colori Pramac addosso, i successi complessivi sono già otto. Numeri che certificano una maturità ottenuta e ormai definitiva.

Poco più di un anno fa tutti lo davano, dalla stagione 2023, in sella ad una Desmosedici ufficiale, ma alla fine i vertici Ducati hanno scelto Bastianini e lui, non senza qualche polemica, è ripartito ancora da Pramac. Guidando la stessa versione della Desmo messa a disposizione dei due piloti ufficiali ma continuando a farlo in un team privato. Creando, oggi, non pochi imbarazzi nei confronti di chi, evidentemente sbagliando, non lo credette ancora in grado di potersi giocare il ruolo del Campione.

Il sogno di Martin è anche quello di un team, Pramac, diventato una famiglia. Perché se oggi lo spagnolo sembra il favorito di questo campionato così meravigliosamente e di nuovo incerto, è anche perché alle sue spalle lavora un gruppo che ha iniziato a credere, davvero, in un colpaccio che avrebbe del clamoroso affidando le sue ambizioni alla tenacia di questo ragazzo dal sorriso contagioso.

Resta l’incognita, concreta, di capire quello che Ducati (nel senso aziendale del termine) vorrà fare, perché il primo titolo Mondiale di un team privato nella storia della Moto Gp potrebbe lasciare, anche, pericolosi interrogativi sull'operato di chi, di conseguenza, questo titolo finirebbe col perderlo. Che poi in pratica sarebbero gli stessi, qualche rigo sopra, che hanno deciso un anno fa di non puntare su Martin.

La speranza resta ancora quella, autentica, che venga concesso a Bagnaia e Martin di giocarsela fino all’ultima bandiera a scacchi, tra sei gare esatte sul rettilineo di Valencia. A suon di sportellate e anche qualche velenosa scaramuccia, se dovesse risultare necessaria.

Perché se è vero che Pecco avrebbe potuto, e dovuto, chiuderlo prima questo Mondiale, è altrettanto evidente che Jorge ci ha creduto da sempre e senza interruzione alla possibilità di riaprirlo.

Bravo Jorge, oggi sì, e ora facci ancora divertire, insieme a Pecco e fino alla fine. Te lo meriti te, ce lo aspettiamo noi.