Moto Gp, questa Ducati può tutto: permettere a Martin di giocarsi il Mondiale e parcheggiare Marquez nel team Gresini

Nel fine settimana in cui Red Bull conquista, aritmeticamente, uno dei Mondiali costruttori più prevedibili della storia della Formula 1, è quanto accade in Moto Gp, in pista e non solo, a catalizzare ben più attenzioni.
Ducati dominante, la certezza indissolubile con cui l’odierna classe regina del Motomondiale non può fare a meno di rapportarsi. In India, nel primo Gp della storia tra le chicane del Buddh Circuit, ancora due doppiette tra Sprint del sabato e gara della domenica, per un totale di quindici podi in stagione, sui ventisei complessivi, con due Desmosedici sui due gradini più alti.
Formula Ducati, monomarca Ducati, usiamo la terminologia che più ci aggrada, fatto sta che chi ha una Desmo tra le mani, oggi, va più veloce degli altri, e chi non ce l’ha farebbe carte false pur di prendersela.
In questo assolo tecnico dal cuore italiano, il Mondiale 2023 ha saputo riaprirsi inaspettatamente e definitivamente proprio dopo il fine settimana in India. Bagnaia centra la quinta caduta stagionale, Martin ne approfitta e dopo aver vinto la Sprint Race del sabato gestisce stoicamente un secondo posto prezioso nella gara della domenica, Bezzecchi sfodera un week end di "rossiana" memoria: cadendo, rialzandosi e alla fine trionfando.
Risultato: lo spagnolo del team Pramac, a sette gare dal termine, torna a tredici punti in classifica da Pecco, il riminese del team VR46 a quarantaquattro. Tutto di nuovo aperto, tutto di nuovo può succedere.
Sia Martin che Bezzecchi guidando con i colori di due squadre private le loro rispettive Desmosedici (quella di Jorge è la versione 2023, quella del Bez è del 2022, ndr), se riuscissero nel colpaccio conquisterebbero il primo titolo nella storia a firma di un team clienti.
Tanti credono, e forse temono, che i vertici di Borgo Panigale interverranno in questa querelle imponendo agli altri ducatisti in griglia gerarchie aziendali che agevolino il compito di chi indossa la tuta, Rossa, del team ufficiale. Chi vi scrive, personalmente, continua a credere che ciò potrebbe anche non accadere, e non solo per un’incondizionata fede nell’etica sportiva, ma perché a questa Ducati, così bella e veloce, potrebbe anche andar bene far vincere qualcuno di diverso dal loro pilota ufficiale.
“La nostra moto è talmente forte da riuscire a traghettare anche una squadra privata, evidentemente con risorse inferiori rispetto ad una ufficiale, sul tetto del mondo”. Eccolo il claim che in Ducati potrebbero anche valutare di coniare, se al termine di questa stagione l’epilogo fosse diverso da quello preannunciato.
D’altronde, si sposerebbe anche alla perfezione con quella che parrebbe essere la trattativa dell’anno, e cioè il possibile arrivo di Marc Marquez al team Gresini. Il pilota più talentuoso (e vincente) degli ultimi dieci anni, che rescinderebbe anzitempo il contratto con la Honda dopo undici stagioni per accasarsi nel quarto team per rendimento, risultati alla mano, tra tutti quelli equipaggiati con una moto Ducati.
Ma d’altronde, oggi e chiunque pur di avere una Desmosedici tra le mani non è disposto a porsi troppe domande.