Moto Gp, presentata la nuova Ducati: numero 1 sul cupolino e obbligata a vincere

Centocinquantasette chili di peso, duecentocinquanta cavalli di potenza massima e trecentocinquanta chilometri orari di velocità di punta, oltre ad un livrea rossa leggermente più chiara del passato e qualche dettaglio, evidente, in carbonio. Eccola la nuova Ducati Desmosedici, o almeno una prima passerella della stessa, in attesa di vederla rimbalzare tra i cordoli nei test di Sepang, prima, e al semaforo ufficiale della stagione, a Portimao, poi. Sarà la moto da battere, per forza di cose, anche perché sarà la prima Ducati post titolo di Stoner nel 2007 ad indossare i gradi da campione del mondo oltre che, ora possiamo dirlo ufficialmente, il numero uno sul cupolino.
Lo ha scelto Bagnaia, o perlomeno si è allineato alla volontà di squadra visto che lo stesso succederà anche sul muso della Panigale V4R con cui Bautista difenderà il titolo iridato conquistato lo scorso anno in Superbike. Lo ha spiegato a caldo Pecco come un atto, dovuto, per il gran bel lavoro svolto l’anno passato e suggellato con la rincorsa più bella, senza dimenticare ad ogni modo che quel 63 che lo ha accompagnato come un tatuaggio sportivo troverà spazio, anche nel Mondiale 2023, nella porzione in basso a destra della sua nuova Desmo GP oltre che in bella vista sulla parte superiore del casco. Della serie: mai dimenticare da dove (e da quale numero) si proviene, nella speranza che questo equilibrio nella gestione numerica interna del pilota piemontese possa durare ancora ed anche nelle prossime stagioni.
Non sarà facile, perché confermarsi non lo è mai e perché fatta eccezione per Rossi e Marquez da quando la classe regina è diventata Moto Gp nessuno ci è mai riuscito, neanche quello Stoner che lo ha preceduto nei cuori dell’universo ducatista. Non sarà facile, oltretutto, perché chi guida il mezzo più forte e veloce in circolazione è obbligatoriamente condannato a vincere, tanto quanto lo scorso anno era obbligatoriamente tenuto a credere in quella rimonta suggellata con la festa di Valencia. Una pressione che può anche diventare fardello, ma Bagnaia lo sa e la sua storia recente insegna che nulla è perduto fino a quando l’ultima bandiera a scacchi non chiude definitivamente la porta alle ambizioni.
Non sarà facile ripetersi, infine, perché gli avversari non lo renderanno tale, perché Aprilia ha fame di crescere, le giapponesi e i suoi alfieri (Marquez e Quartararo) necessità di tornare, e non ultimo perché chi dividerà il box con lui sarà anche il primo dei pretendenti alla corona, perché guai a credere che Bastianini abbia deciso di indossare la tuta rossa ufficiale con l’idea di essere semplicemente un secondo. Lo ha confermato lui a chiare lettere in occasione della presentazione ufficiale a Madonna di Campiglio: “Ce le daremo di santa ragione”.
Se l’inflazionatissima considerazione che il buon giorno si vede dal mattino resta, ancora, credibile ed attuale, allora il 2023 appena cominciato si preannuncia un anno da vivere tutto d’un fiato per Ducati, con una moto nuova e bella, un bagaglio di pressioni ed avversari tutt’altro che trascurabili ed una squadra pronta ad infiammare più del Rosso che la rappresenta.