Moto Gp, il ritorno di Bastianini, la rivelazione Gresini e la crescita di Bagnaia: i Mondiali si vincono con la testa non solo con il polso

14.11.2023 09:00 di Redazione SI Motori   vedi letture
Fonte: a cura di Filippo Gherardi
Moto Gp, il ritorno di Bastianini, la rivelazione Gresini e la crescita di Bagnaia: i Mondiali si vincono con la testa non solo con il polso

Doveva essere un passaggio determinante del mondiale di Moto Gp. Doveva esserlo e (puntualmente) lo è stato. Il Gp di Malesia, o se preferite il fine settimana di Sepang, ha lasciato in eredità per gli ultimi chilometri stagionali che seguiranno verdetti ben più distinguibili di quanto il solo calcolo matematico lascerebbe intendere.

Innanzitutto il ritorno di Enea Bastianini. Veloce, brillante, cattivo e finalmente ignorato da quella girandola infinita di sfortuna che lo ha martorizzato nel fisico ma anche nella mente per l’intera, sin qui, durata del campionato. Un “Bestia” in condizione, sulla Ducati ufficiale, può trasformarsi in una variante tutt’altro che relativa per gli ultimi due week end in agenda tra Qatar e Valencia.

Inoltre, il centauro romagnolo ha risposto nel modo più efficace alle voci che mettevano, e mettono ancora oggi, in discussione la sua tuta rossa di pilota ufficiale per il futuro che verrà. Bastianini è in sella alla Desmo ufficiale e quel posto vuole provare a difenderlo (e meritarlo) in ogni modo.

Nota di merito, inevitabilmente, anche per il team Gresini che dopo gli ultimi risultati convincenti con Di Giannantonio, e in attesa di abbracciare Marc Marquez per il 2024, si concede un doppio exploit in Malesia con l’altro Marquez, Alex, capace di vincere la Sprint Race del sabato e salire sul secondo gradino del podio nella gara di domenica, proprio alle spalle di Bastianini.

Performante, affidabile e protagonista, la quarta squadra dell’universo Ducati (almeno fino a qualche settimana fa, ndr) è probabilmente la vera rivelazione di questa appendice finale di campionato.

Spostandoci sulla volata mondiale tra Bagnaia e Martin, piatto dominante nel menu servito durante la tre giorni di Sepang, è evidente che sull’aereo di ritorno sia il primo ad imbarcare le sensazioni migliori. Pecco non ha soltanto portato il suo vantaggio in classifica a quattordici punti, ma ha soprattutto messo un’altra X grossa come una casa sul percorso che lo separa dall’ultima bandiera a scacchi e, potenzialmente, dal secondo titolo consecutivo.

Nonostante le dichiarazioni di facciata, Bagnaia era atterrato in Malesia con la tensione di chi è improvvisamente sprofondato nel ruolo di sfavorito, nonostante il numero 1 sul cupolino e accanto al suo nome nella classifica del Mondiale. Merito, o colpa, di un Martin a tratti straripante nelle ultime uscite e che anche a Sepang ha dimostrato di essere cavallo di razza pura, veloce, e a tratti ingovernabile.

La bravura di Pecco è stata quella di saper gestire, senza farsi scoraggiare dai primi rilevamenti cronometrici del week end che lo vedevano attardato rispetto all’avversario. Inseguendo la sua stabilità durante la Sprint e portando a casa, nel GP della domenica, un terzo posto finale che ha il sapore di una vittoria parziale. Resistendo agli assalti di Martin nella prima metà di gara, prima di staccarlo col passare dei giri e fin sotto la bandiera a scacchi.

In Qatar, tra due settimane e in virtù del più quattordici di cui parlavamo sopra, potrebbe anche chiudere il discorso iridato con una gara di anticipo. Tuttavia, ci vuole cautela con i calcoli e nel motorsport, così come ci vuole testa, e non solo polso, per vincere i mondiali. Ma questo, Pecco, sembra averlo imparato.