Moto Gp, Ducati straordinaria ma anche questo Bagnaia sta facendo la differenza

Cinque vittorie stagionali, che diventano nove se aggiungiamo anche i successi in quattro Sprint Race. Altri sei podi spalmanti nei dieci fine settimana fin qui disputati e un vantaggio in classifica mondiale, nonostante i quattro ritiri, di 62 punti sul primo inseguitore.
La Moto Gp 2023 è già virtualmente chiusa, malgrado siamo solo al giro di boa ed esclusivamente per bravura di Francesco Bagnaia. Certo, i meriti di Pecco vanno per ragion di logica divisi con la capacità di una Ducati di trasformare in quotidiano l’impossibile.
La Desmosedici nelle mani del piemontese, lo abbiamo già detto e scritto più volte, è l’algoritmo perfetto tra velocità ed aerodinamica, riassumibile nelle prestazioni mostruose che ormai da inizio anno stanno solcando gli asfalti di tutto il Mondo. Lo dimostra il rendimento di Bagnaia, lo conferma quello che anche gli altri piloti ducatisti stanno ottenendo in questo campionato.
Premesso tutto ciò e rinnovato il concetto che senza una moto (così come una macchina, ndr) all’altezza non è possibile compiere miracoli, bisogna altrettanto sottoscrivere che il Bagnaia che stiamo vivendo di questi tempi ha l’identikit di moderno cannibale della disciplina.
Veloce e arrembante quando serve, lucido ed intelligente quanto ne ha necessità. Pecco è riuscito a non farsi schiacciare dalle pressioni, quelle del numero 1 che porta sul cupolino e di colui che è condannato a vincere a tutti i costi. Al contrario, ha saputo gestire con una freschezza mentale fin qui inesplorata i momenti più delicati, come dopo il doppio ritiro in Argentina ed Austin o in seguito allo scivolone di Le Mans.
Il team, a partire da Gigi Dall’Igna, non lo ha mai messo in discussione e questo, inevitabilmente, è risultato un fattore decisivo per quello che oggi è un dominio senza esitazioni. Gli avversari, dai “cugini” di moto Bezzecchi e Martin fino alle insidiose KTM hanno provato a scalfirne le certezze, ma Bagnaia li ha respinti come birilli senza concedere loro più di qualche sterile illusione.
Lo scorso anno vinse in rimonta, annientando con una seconda parte di Mondiale strepitosa le convinzioni di Quartararo. Quest’anno, dopo l’ultimo capolavoro in Austria, sembra intenzionato (ed indirizzato) a regalarsi un arrivo in parata. Solitaria e da dominatore.
Qualcuno continuerà a dirci che con un altro Marquez ed un’altra Honda, forse, questa Moto Gp vivrebbe dinamiche differenti, e che per quanto potrà vincere Bagnaia non raggiungerà mai i livelli, anche di passione, toccati dal suo mentore Valentino Rossi.
Al tempo, come al solito, affidiamo le risposte più complesse. Quel che è certo, oggi, è che ci ritroviamo un campione vero ed autentico, timido quanto basta ed esempio positivo nella sua capacità di essere quotidiano.
Solo applausi per questo Bagnaia, se li merita tutti.