Moto Gp: Bagnaia può diventare il nuovo cannibale. Marquez, così non può (più) andare

Centootto giorni dopo la Moto Gp è tornata, ripartendo da dove tutti eravamo rimasti meravigliosamente coinvolti: da una Ducati talmente bella e Rossa da non sembrare vera, trascinata sul tetto del mondo da un Bagnaia divenuto finalmente re, dopo tanti anni da principe designato al trono.
I test pre campionato d’altronde avevano stampato cronometri e convinzioni che lasciavano poche differenti chiavi di lettura, e i 37 punti riportati a casa da Pecco dal week end di Portimao (25 vittoria gara + 12 vittoria Sprint Race del sabato, ndr) danno una quantificazione anche matematica, in aggiunta a quella tecnica, di un dominio che può riscrivere le sorti del presente, tanto quanto del futuro prossimo, di questo sport.
Se Bagnaia riuscisse a cominciare questa stagione come non ha cominciato le ultime, inanellando una continuità di prestazioni e risultati da primo della classe, con il mezzo e il talento di cui dispone potremmo seriamente assistere ad una stagione da cannibale, perché la sensazione diffusa è che la Ducati col numero 1 sul cupolino, se in giornata, può davvero considerarsi di un’altra e lontanissima (per gli altri) dimensione motoristica.
Lontano, lontanissimo, da quel che è stato negli anni passati appare oggi anche Marc Marquez. Il numero 93 continua a vivere, apparentemente senza sosta, il suo calvario fisico-mentale e quanto successo alla curva numero tre del giro numero tre del gran premio di domenica è costato a lui ed Oliveira, due dei più brillanti protagonisti del fine settimana fino a quel momento, non solo la gara di Portimao ma anche il volo aereo per la prossima tappa in Argentina.
La cronaca medica del post incidente racconta che lo spagnolo è tornato nuovamente sotto i ferri per ridurre una frattura scomposta alla base del primo metacarpo del pollice della mano destra, e che il pilota Aprilia, per stessa nota stampa diramata del team RNF, “non parteciperà al GP di Argentina” poiché “…esami approfonditi hanno rivelato un ulteriore problema, che non gli permetterà di essere al via del secondo Gran Premio stagionale”.
Quel che fa male, a noi che seguiamo da casa ma ancor prima ai diretti interessati, è che il Marquez visto e raccontato nel corso della Sprint Race del sabato, e durante le qualifiche della stessa nella giornata del venerdì, aveva consegnato sprazzi di innegabile talento assemblati alla perfezione, e come nessun altro riesce a fare, con le caratteristiche di una Honda ancora troppo scorbutica e a corto di prestazioni.
Poi, la follia alla curva numero tre del giro numero tre, e tutto ancora una volta rimesso in discussione. A cominciare dal futuro dello stesso Marquez, perché le fratture si ricompongono e la tenacia, in questo caso, è davvero dura da scalfire, ma la sensazione è che la lucidità e la tranquillità mentale dell’ormai ex ragazzo di Cervera troppo spesso finiscano per soffocare, dietro una stanchezza misto a frustrazione che l’incapacità di tornare quello di un tempo finisce con l’alimentare come una fiamma impazzita.
Questo Marquez non fa bene a nessuno, a noi come a lui, e tentare di recuperarlo a tutti i costi rischia solo di finire col distruggerlo.