Formula E: sarà (e dovrà essere) l’anno della svolta?

10.01.2023 11:46 di Redazione SI Motori   vedi letture
Fonte: a cura di Filippo Gherardi
Formula E: sarà (e dovrà essere) l’anno della svolta?

Semafori verdi pronti ad accendersi, il prossimo week end, per il mondiale di Formula E. Partirà dal Messico, dal circuito Hermanos Rodríguez, la stagione numero nove di un campionato che ha i contorni del brillante e sofisticato laboratorio tecnologico, ma tuttavia ancora ed insistentemente a caccia della sua definitiva consacrazione. Sedici gare spalmate su undici week end, in un tour mondiale che toccherà cinque continenti differenti, con ventidue piloti ed undici squadre pronti a giocarsi le proprie possibilità iridate già dai primi chilometri della stagione. Nessun driver italiano nei roster schierati ai nastri di partenza, ma ci saranno comunque Maserati, al debutto assoluto, e l’E-Prix di Roma, “promosso” a penultima e presumibilmente decisiva trasferta in calendario, a rappresentare un pezzo di tricolore nella categoria a zero emissioni. Ci saranno soprattutto, e per tutti, le nuove monoposto di terza generazione, le GEN3, e con loro una riscrittura efficace e convincente di alcuni passaggi regolamentari. Le nuove auto portano in dote l’aumento di un centinaio di cavalli (elettrici) rispetto al passato recente, raggiungendo una potenza complessiva di 300 kW. Potenza aumentata, autonomia perfezionata, con le nuove monoposto di Formula E pronte a garantire percorrenze maggiori le gare a partire dal campionato 2023 si svolgeranno su un numero fisso di giri prestabiliti anziché, come succedeva finora, limitate ad una durata temporale che non andava mai oltre i 45 minuti più un giro finale. Addio FanBoost, concezione piuttosto banale che trasformava in kilowatt aggiuntivi il gradimento del pubblico da casa per i singoli piloti, e dentro, solo per alcune gare, il più moderato da un punto di vista concettuale Attack Charge: pit stop di 30 secondi in cambio di 4 kWh in più di batteria. Nuovo anche il fornitore ufficiale di pneumatici, con Michelin che lascia oneri (ed onori) agli asiatici di Hankook.

In sostanza, la Formula E ci prova e ci proverà anche quest’anno, in ogni modo, a trovare un’identità che possa finalmente eleggerla a competizione dell’appeal diffuso, e lo farà percorrendo asfalti cittadini inediti in alcuni casi, caldissimi in tanti altri. Da Città del Messico a Città del Capo, da Berlino San Paolo, passando per Dirʿiyya, le novità assolute Hyderabad in India e Portland nel profondo Oregon statunitense, senza trascurare MontecarloGiacarta Roma e finendo con il doppio appuntamento di Londra. Spostandoci su un’ipotetica griglia dei favoriti, alla vigilia, difficile non considerare la coppia DS composta dal campione in carica Vandoorne e il due volte iridato Vergne, tanto quanto complesso non valutare le ambizioni di Evans e Bird al volante di Jaguar, e quelle di Felix Da Costa e Wehrlein nell’abitacolo delle loro Porsche. Mortara porterà al battesimo la Folgore di Maserati, Di Grassi proverà a rilanciarsi in coppia con Mahindra, e infine Buemi che dopo otto anni equamente vissuti tra Renault e Nissan prova a scrivere una nuova storia con l’Envision Racing. Saranno anche loro, ma non necessariamente da soli, a contendersi un posto sotto le luci di riflettori in quello che si preannuncia un anno cruciale per consegnare concretezza all’intero movimento. Dopo nove anni e tante, belle, idee per la Formula E è arrivato il momento di mettere le marce alte, e serve farlo il prima possibile.