Formula 1: Verstappen da record, Ferrari da rifondare

29.08.2023 18:55 di Redazione SI Motori   vedi letture
Fonte: a cura di Filippo Gherardi
Formula 1: Verstappen da record, Ferrari da rifondare

Ci hanno provato il maltempo, una dinamica di gara resa del tutto imprevedibile ed anche un Fernando Alonso in formato principesco, autore di una prestazione con i contorni del fuoriclasse assoluto. Ci hanno provato, e sperato, un po’ tutti, ma non c’è stato nulla da fare. Anche in Olanda, nell’ultimo fine settimana e nella lotteria ad eliminazione di Zandvoort, a trionfare è stato Max Verstappen.

Undicesima vittoria stagionale, che diventano tredici se consideriamo le due nelle Sprint Race dell’Austria e del Belgio. Quarantaseiesima in carriera e nona consecutiva che permette al pilota olandese, proprio sul circuito di casa, di eguagliare il record del suo predecessore in Red Bull, Sebastian Vettel, per numero di successi di fila in una singola stagione.

Vettel ci riuscì nel 2013, Verstappen vincendo nel prossimo GP di Monza salirebbe a dieci e distanzierebbe proprio il tedesco. Ma non finisce qui, perché nella tabella di Max verso la leggenda definitiva ci sono altri obiettivi (e nomi) altrettanto significativi.

La possibilità di migliorare se stesso, stagione 2022, per numero di vittorie in un singolo campionato (15). Il record di pole position in una sola stagione, 15 e sempre di proprietà di Sebastian Vettel (Verstappen per ora fermo è a quota otto, ndr).

Anche sua maestà Michael Schumacher è entrato nel mirino di Max il cannibale. L’attuale campione del mondo potrebbe raggiungere il Kaiser in ben due primati e già nei prossimi mesi: salire sul podio in tutte le gare di una stagione (Schumi ci riuscì nel 2002) e per numero di gare consecutive in testa al campionato, Schumacher lo è stato per 37, Verstappen è fermo a 29.

Il tempo ci dirà e ci darà, quel che è certo, per il momento, è che questo ragazzo sta dominando più dei meriti di una vettura, la RB19 di produzione Red Bull, a tratti praticamente perfetta. La vittoria di Zandvoort è stata l’esaltazione del suo talento. Veloce, lucido, imbattibile.

Tutt’altra musica, e tutt’altri numeri, governano invece il presente Ferrari. In Olanda è andata in scena l’ennesima prestazione al limite del comprensibile, su tutti i fronti: piloti, vettura e gestione sportiva.    

La Rossa, evidentemente, ha un problema nelle gare con la pioggia, considerando che l’ultima vittoria “bagnata” risale addirittura al 2012, Gran Premio della Malesia con Fernando Alonso. Se Leclerc sbaglia la qualifica ci sono poche possibilità di vederlo protagonista la domenica, anche in questo caso lo dicono le statistiche e lo conferma, non ultimo, il contatto al via con Piastri di domenica scorsa. In contesti di traffico particolarmente intenso, Charles soffre qualche esitazione di troppo.

Sainz è il ritratto della sufficienza, senza troppe sbavature ma ancor meno picchi nel rendimento. Vasseur è evidentemente un personaggio (competente) in balia di correnti talmente incostanti che porterebbero alla deriva anche il comandante più esperto. L’assenza di comunicazione interna infine, sommata all’incapacità di formulare risposte e soluzioni credibili ad un divario tecnico così eclatante, hanno progressivamente fatto scivolare questa Ferrari al ruolo di quarta, se non addirittura quinta, forza del campionato.

Il grottesco pit stop, alla fine del primo giro di Zandvoort, con i meccanici impreparati nel far trovare il treno di gomme da montare sulla monoposto di Leclerc, è solo la spietata copertina di una condizione al limite della fragilità psicologica. In cui nessuno, probabilmente, credeva di poter arrivare e dalla quale altrettanto nessuno, a sensazione, sembra sapere come provare ad uscire.