Formula 1, Budget cap: tutti in regola. Ma certe dinamiche non tornano…

06.09.2023 10:37 di Redazione SI Motori   vedi letture
Fonte: a cura di Filippo Gherardi
Formula 1, Budget cap: tutti in regola. Ma certe dinamiche non tornano…

“La FIA Cost Cap Administration ha rilasciato certificati di conformità a tutti i 10 team partecipanti, dopo un’analisi dettagliata della documentazione presentata dai concorrenti…tutti i team hanno agito con uno spirito di buona fede e cooperazione durante l’intero processo”. Questo, sintetizzandolo nei passaggi più significativi, il verdetto pronunciato dalla divisione di controllo della Federazione internazionale in merito alla questione Budget cap 2022.

C’era tanta attesa, c’era, soprattutto, tanta fame di giustizia (sportiva) per definire una volta per tutte se quella che stiamo vivendo è una Formula 1 credibile, in regola ed apparentemente inattaccabile. Ebbene così è, o almeno sembrerebbe, stando al responso arrivato dopo i controlli sulla gestione economica dei 10 team iscritti per la stagione 2022.

Tutti hanno rispettato il tetto di spesa, imposto, dei 140 milioni di dollari, all’interno del quale andavano fatti rientrare i costi per personale, imprevisti legati ad incidenti e ricambi, e soprattutto per la realizzazione e lo sviluppo delle monoposto. Tutti, nessuno escluso, hanno presentato conti in regola, e tutti, numeri alla mano, hanno conquistato di fatto una credibilità troppo spesso messa in discussione negli ultimi tempi.

Eppure, concedetecelo, il giorno dopo rispetto alla nota diffusa dalla FIA resta qualche impercettibile spiffero di valutazione.

Innanzitutto, chi e perché si è preoccupato, a questo punto senza prove, di distribuire nell’ultimo mese e mezzo in pasto alla stampa e alla platea di appassionati la notizia di almeno tre team (che inizialmente sembravano essere addirittura sei, ndr) colti in difetto dai commissari della FIA?

Come è possibile che nel giro di poche settimane si sia passati dalla prospettiva di ritrovarsi una buona metà, o quasi, dell’attuale Formula 1 sanzionata, ad un verdetto di correttezza collettiva così tanto omogeneo?

Ed infine, perché per la stagione in corso, 2023, il tetto di spesa concesso a ciascun team è salito a 155 milioni di dollari, rispetto ai 140 previsti ed imposti per il 2022? La spiegazione ufficiale è stata ricondotta al maggior numero di gare in calendario quest’anno rispetto allo scorso, ma a giochi fatti, considerando l’annullamento del Gp di Imola, il numero di gare del 2023 sarà lo stesso del 2022. Stesso discorso vale per le Sprint Race, per cui è stanziato un bonus spesa aggiuntivo: sei quest’anno tante quante lo scorso.

La spiegazione più logica, sforzandoci a voler pensar male, è che qualcuno dopo soli due anni (Budget cap introdotto nel 2021, ndr) probabilmente si è accorto che applicare e far rispettare un tetto di spesa in Formula 1 è operazione più che mai complicata, ed allora ecco aggiunti 15 milioni in più, arbitrariamente, sperando di non ritrovarsi tra dodici mesi nella stessa situazione di empasse vissuta negli ultimi due anni.

Lo sforamento Red Bull del 2021, le polemiche che sono derivate per una punizione troppo lieve, le voci incalzanti delle ultime settimane che avrebbero coinvolto di nuovo, ma non solo, la squadra che sta dominando il Mondiale, hanno generato una pericolosa girandola di dubbi che ha finito col minacciare la credibilità dell’attuale Formula 1. Il verdetto di ieri, in tal senso, appare come il più classico e auspicato dei lieto fine. Ma sarà davvero così?