F1: Red Bull inarrivabile ma Perez può riscrivere la trama di questo Mondiale. Moto Gp: Bagnaia sa come si vince, fidiamoci di lui.

Da Baku a Jerez, dalla Formula 1 alla Moto Gp. L’ultimo weekend di aprile è stato un frullatore adrenalinico, a tratti spietato, di motorsport, con vincitori ma non meno vinti, capace di lasciare in eredità verdetti che hanno le fattezze, nitide, di sentenze inappuntabili.
La prima, ovviamente, è che nell’epoca del DRS applicato alla Formula 1 la Red Bull voluta e progettata da Chris Horner, Adrian Newey e la loro formazione di tecnici è un giocattolo praticamente perfetto, un’apoteosi aerodinamica del concetto stesso di velocità. LA RB19 sta schiantando gli avversari dall’inizio di questo mondiale, con una facilità a tratti disarmante, e neanche il meraviglioso Leclerc visto (finalmente) a Baku è riuscito a dare un’inversione anche solo apparente a questo assolo monocromatico.
Perez davanti a Verstappen in Azerbaigian, tanto in gara quanto nella Sprint Race del sabato, con un totale di nove punti recuperati che sfociano nei “soli” sei di differenza tra i due, e ancora a vantaggio di Max, nella classifica iridata. Numeri che in una stagione così pesantemente indirizzata nel rendimento delle singole scuderie rischiano di fare, comunque e comunicativamente, tutta la differenza del mondo.
Perché questa Formula 1 va resa incerta e combattuta fino alla fine con i fatti prima ancora che con le parole, e se non potranno essere gli altri (Ferrari, Mercedes, Aston Maritn…) a riuscirci, allora tanto vale pensarlo e trovarlo in casa il duello che non ti aspetti.
La macchina è la stessa, il talento e la carta d’identità pesano ancora favore di Verstappen, ma la tenacia mostrata da Perez in questo inizio di stagione può lasciare più di uno spiraglio di incertezza. Ora che anche Horner ha battezzato come “accettabile” il confronto a viso aperto tra i due compagni di squadra, giusto provarci per Sergio a crederci anche noi.
Credere è anche ciò che dobbiamo fare, tutti, in Francesco Bagnaia, campione di fatto e non solo di necessità di una Moto Gp che continua a dare una versione strettamente ducatista del suo copione. A Jerez il pilota piemontese ha gestito la Sprint Race del sabato, limitando i danni tra le indemoniate KTM di Binder e Miller, prima di mettersi entrambi alle spalle sotto la bandiera a scacchi della gara della domenica.
Dopo le cadute consecutive in Argentina e Texas questa era la risposta migliore che potesse arrivare, e il primo posto ritrovato nel Mondiale con 22 punti di vantaggio su Bezzecchi è solo un elemento complementare del concetto forte e rinfrancato che arriva dal week end andaluso: in questo momento Bagnaia e Ducati (ufficiale) sono pilota e moto da battere, senza processi di parte e condanne avventate. Convinciamocene e crediamoci tutti, perché ce ne regaleranno ancora delle belle.