F1, il calo di Perez: cosa (o chi) ha fermato la rincorsa del messicano?

22.06.2023 11:50 di Redazione SI Motori   vedi letture
Fonte: a cura di Filippo Gherardi
F1, il calo di Perez: cosa (o chi) ha fermato la rincorsa del messicano?

Se dovessimo sintetizzare in un’istantanea l’unico momento in cui Max Verstappen è apparso preoccupato, all’interno di una stagione che sin qui ha assunto i contorni inconfutabili di un monologo sportivo, con buona probabilità la scelta ricadrebbe sul volto, accigliato, che il due volte campione del mondo indossava sul podio di Baku lo scorso 30 aprile.

Gran Premio dell’Azerbaijan appena concluso, Verstappen secondo alle spalle di un brillantissimo Sergio Perez che dopo la vittoria in Arabia Saudita metteva a referto il secondo successo in quattro Gran Premi disputati e che, soprattutto, lanciava un inaspettato messaggio al compagno di squadra e più in generale a tutto il campionato: con questa RB19 tra le mani anche io posso giocarmi le mie carte.

Sette giorni dopo, a Miami, Checo Perez rafforzava ulteriormente il concetto, stampando una pole position “monstre” il sabato e chiudendo con intelligenza, la gara della domenica, al secondo posto e proprio alle spalle di Verstappen autore di una rimonta indemoniata partendo dalla nona posizione in griglia. Una prova di forza per l’olandese, ma il distacco in campionato tra i due compagni Red Bull rimaneva esiguo e gli intenti del messicano apparentemente invariati: Max è il Campione, ma io sono qui.

A quel punto, da quel podio in Florida, qualcosa si è fermato. L’incidente nelle Q1 di Montecarlo e il successivo Gran Premio nelle retrovie, le eliminazioni in Q2 a Barcellona e in Canada, con due gare all’inseguimento, intasate nel traffico a centro gruppo e terminate, rispettivamente, con un quarto e un sesto posto che comparati con le due vittorie di Verstappen suonano come una sentenza: distacco in classifica salito a 69 punti e Mondiale, soprattutto se l’altro continua a non commettere errori, praticamente compromesso.

Nulla di sensazionale o di così aliena concezione, Verstappen è il più forte in circolazione e rischia di esserlo ancora per tanti anni, guida la macchina migliore in assoluto e quella di Perez, forse, è stata solo una suggestione di imprevedibilità su un copione che sembrava già scritto.

Tuttavia, concedetecelo, il volto scuro di Max su quel podio di Baku, lo scorso 30 aprile, lascia inevitabilmente, oggi, qualche pensiero libero per la testa. In quel momento era consapevole di aver trovato un avversario veloce, credibile e altrettanto inaspettato.

Nelle ore successive Christian Horner, all’insegna della più autentica etica sportiva, dichiarò che non avrebbe inserito ingombranti ordini di scuderia in caso di confronto diretto tra i suoi due piloti nella lotta Mondiale. Con la stessa onestà però, lo stesso Horner tanto quanto i vertici Red Bull sanno e sapevano perfettamente anche due mesi fa che la sinergia sportiva (e commerciale) che il team austriaco e Verstappen hanno saputo consolidare in queste ultime stagioni, è un tassello ormai focale nella valorizzazione, anche economica, dell’attività Red Bull in Formula 1.

Tradotto, in questo momento Verstappen è il vero volto Red Bull oltre che il manifesto con maggior appeal dell’intera categoria. A pieno merito, per carità, ma è così.

Da qui a credere che le recenti difficoltà di Perez siano il frutto di una manovrata operazione politica ce ne corre. Il diretto interessato, inoltre, in queste stesse ore ha dichiarato di aver accusato evidenti problemi di rendimento nelle ultime gare.

Ciò nonostante, considerando cosa ci aveva mostrato ad inizio campionato vederlo, dopo appena due mesi e con la stessa macchina tra le mani, avere difficoltà a lasciarsi dietro le Haas, le McLaren o la Williams di Albon, con tutto il rispetto per loro, non può che alimentare qualche ragionevole dubbio di interpretazione.