Dakar 2023: Al-Attiyah principe del deserto

17.01.2023 09:49 di Redazione SI Motori   vedi letture
Fonte: Filippo Gherardi
Dakar 2023: Al-Attiyah principe del deserto

Nasser Al-Attiyah, in coppia col navigatore francese Matthieu Baumel, conquista la Dakar 2023, la seconda consecutiva e la quinta assoluta in carriera. Il principe qatarino si conferma quindi anche principe del deserto, e lo rimarrà almeno per i prossimi dodici mesi, perché indipendentemente da quello che l’anno appena cominciato saprà consegnare la Dakar resta, per logica emotiva e non solo, il sigillo d’eccellenza nella stagione dei rally raid. Tanto più che l’edizione appena conclusa, la quarta sui cinque anni previsti in Arabia Saudita da voluminoso contratto a nove cifre, è stata caratterizzata dall’attraversamento del deserto più grande del pianeta, il Rub’al-Khali, una porzione di mondo (e di sabbia) sportivamente inconcepibile per chiunque abbia una razionalità perlomeno contenuta nella media. Ma guai a cercare una calcolata ragionevolezza nella Dakar e nei suoi protagonisti, sarebbe impossibile trovarla e quasi offensiva pretenderla.

Tornando ad Al-Attiyah, quello che si sta creando tra lui e la gara più logorante al mondo è un legame che sta progressivamente riscrivendo le statistiche della disciplina. Cugino diretto, seppur di dieci anni più grande, dell’attuale emiro del Qatar Al Thani, Al-Attiyah salendo sul gradino più alto del podio di Dammam è diventato il secondo pilota più vincente della Dakar nella categoria regina, quella riservata alle auto, alle spalle del solo (e per ora inarrivabile) Stephane Peterhansel stabilmente a quota otto. Con il trionfo di quest’anno Al-Attiyah nella classifica all time si lascia alle spalle personaggi del calibro di Ari Vatanen (a quota 4), Hubert Auriol e Carlos Sainz (entrambi fermi a 3 successi), eroi prima ancora che nomi entrati di diritto nella storia del motorsport.

Quella suggellata sulle rive del Golfo Persico è stata la terza vittoria al volante di una Toyota Hilux, apostrofata dallo stesso principe qatarino come “praticamente perfetta” al termine dell’ultima e definitiva prova speciale. Tre acuti, al volante della vettura giapponese, che si sommano a quelli con la Mini All4 nel 2015 e prima ancora con la Volkswagen Race Touareg nel 2011, a cui vanno aggiunti altri cinque secondi ed un terzo posto nella classifica finale. In sintesi: dal 2014 ad oggi Al-Attiyah o ha vinto o è salito sul podio della Dakar, fatta eccezione per l’anno 2017, il primo con Toyota, in cui è stato costretto al ritiro. Cile, Argentina, Perù o Arabia Saudita, ovunque, con qualsiasi auto e contro qualsiasi avversario Al- Attiyah è sempre stato protagonista.

Ne ha percorsa di strada il principe dai suoi primi anni (sportivi) legati al tiro al volo, nella categoria dello skeet, capace addirittura di vincere una medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Londra del 2012, una delle sole otto medaglie olimpiche nella storia del Qatar. Dalla precisione al bersaglio alla tenacia al volante, da rallista medio a dominatore tra le dune. Nella sua carriera nel WRC non è andato oltre qualche titolo nelle categorie minori (due WRC 2 ed un WRC 3), senza altresì lasciare acuti, e vittorie, nei suoi oltre dieci anni nella classe regina. Oggi, nella Dakar, Nasser Al- Attiyah si permette addirittura di domare Sebastien Loeb, il rallista più forte e vincente di ogni epoca.

Contraddizioni e fascino del motorsport, ad esaltare il talento e il coraggio di un principe dal sangue blu e un volto segnato dalla sabbia.