Perché il binomio Spalletti-Giuntoli piace alla Juve. Allegri verso l’addio. De Laurentiis prepara l’alternativa al tecnico campione d’Italia

Due allenatori fanno molto discutere: Spalletti e Allegri. Il primo sembrava ormai avviato a un rinnovo (via Pec) con il Napoli, il secondo ha un contratto pesantissimo di altri due anni con la Juve. Invece è tutto in discussione con la clamorosa ipotesi del binomio Giuntoli-Spalletti alla Juve. Si saprà di più dopo la sentenza sulle plusvalenze di domani 22 maggio.

Nel frattempo si possono spiegare alcuni retroscena. Che De Laurentiis fosse un imprenditore refrattario al successo dei suoi sottoposti si sapeva dai tempi di Mazzarri. Quanti mal di pancia per l’(altro) allenatore toscano costretto a farsi da parte per concedere la scena al datore di lavoro dopo avergli procurato milioni e milioni di introiti con la valorizzazione di giocatori ceduti a cifre spaziali. La storia amaramente si ripete. Non sono state rose e fiori nemmeno per Giuntoli vissuto comunque sempre in bilico. De Laurentiis è così: vince uno scudetto storico, ma vuole tutti gli onori. Dalla gratitudine dei tifosi alla genuflessione di chi lo circonda decidendo sempre tutto lui, persino da chi farsi intervistare in location da sogno come un Palazzo Reale. È solo coreografia. I concetti evaporano nelle stanze reali come gli sproloqui sull’ampio spettro dello scibile sui quali intervenire. Non lasciano segno. Acqua fresca e nonsense in alternanza nel fluido parlare. Servono solo per mostrare gli sgargianti colori della coda da pavone. Stiano pure in vigile attesa coloro che aspettano una sua decisione per il futuro. Ora si prende la scena il numero uno. Al momento opportuno sapranno il loro destino. Nel frattempo si accontentino pure di una pec o vadano a riguardare i contratti perché potranno trovare cavilli a gogo. Piaccia o meno, questo modo di agire ha portato frutti concreti. Chi si sofferma su modi ed eleganza ha già perso. Per pochi che se ne faranno una ragione, molti godranno di una gestione che raramente ha fallito. Solo che con i toscani si casca male. I mal di pancia, in effetti, si sono protratti per tutta la stagione. E mentre è facile ipotizzare un divorzio (comunque complesso) con Giuntoli, più difficile il discorso con l’allenatore. Fra “ali da non tarpare” e “stivali da indossare” è tutto un botta e risposta che non lascia presagire nulla di buono nonostante cene e colloqui serrati. È evidente che il presidente del Napoli abbia un’alternativa, così come è evidente che Spalletti non abbia molta voglia di restare se non a condizioni chiare e difficili da ottenere. Dall’altra parte c’è una Juve che aspetta di sapere dalla giustizia sportiva il proprio destino nella prossima stagione. Condizione importante per capire come chiudere il rapporto con Allegri, assolutamente deludente nelle due stagioni (zero titoli) e con un contratto da circa trenta milioni lordi ancora in bilico. Alla Juve piacerebbe il binomio Giuntoli-Spalletti perché sa costruire in fretta e a costi ragionevoli. Si dovranno riportare alla Continassa metodi di lavoro e un nuovo stile che possa rilanciare la Juve a quei livelli che, sia in Italia che in Europa, sono stati occupati da altri club. La Juve è indietro e continuare con Allegri la porterebbe ancora più indietro.

Paolo De Paola

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