Le previsioni di chi scommette sono spesso azzeccate: City e Napoli (quasi) alla pari. La strada italiana contro Ceferin e Infantino. E se toglieranno la penalizzazione alla Juve…

Le scommesse nel calcio rappresentano un ottimo termometro della situazione e le quote scaturite dopo il sorteggio di Nyon assegnano il Napoli favorito per la vittoria finale a 4,5 (prima del sorteggio era a 8). Gli azzurri sono secondi nelle quotazioni complessive dietro il City la cui la vittoria finale verrebbe pagata a 3,5. 

Le stesse quote vedono il Milan ultimo nel pacchetto delle otto pagato addirittura a 20. Dunque il Napoli viene visto favorito per l’accesso in finale dalla parte alta del tabellone. Non potrebbe essere diversamente. Questa Champions sembra essere, nelle previsioni degli scommettitori, una partita a due fra City e Napoli con gli inglesi leggermente favoriti. Molti si chiederanno a cosa si debba tanto onore per il calcio italiano con tre presenze fra le prime otto nella maggiore competizione europea e con la possibilità di arrivare fino in fondo anche nelle altre due. Perché siamo semplicemente i migliori in una condizione particolare: quando si tratta di fare le nozze con i fichi secchi. In questo momento storico abbiamo più fame dei nostri avversari spesso compiaciuti nel sentirsi in una condizione di maggior benessere rispetto a noi. Negli ultimi anni il calcio italiano ha dovuto fare di necessità virtù adattandosi a un sistema che adesso non sciupa più nulla. Risorse economiche, qualità dei giocatori, capacità degli allenatori. Mai come in questo momento di adattamento forzato siamo riusciti a tirare fuori il meglio, seppur attraverso strade diverse. E mentre gli altri sono rimasti storditi da un Mondiale assurdamente piazzato in mezzo alla stagione, noi abbiamo studiato metodi e strategie diverse. Non sarà sfuggito agli osservatori più attenti come nessuno squadrone in Europa sia riuscito a sovrastarci fisicamente o tatticamente.

Anzi, siamo stati noi a impartire lezioni di calcio soprattutto con lo splendido Napoli di Spalletti. Gli inglesi che corrono più di noi sembrano una favola del passato. Le squadre che aggrediscono alte non ci fanno minimamente paura. Persino nella rielaborazione moderna di catenaccio e contropiede siamo tornati tra i migliori. Spesso, nella nostra storia, siamo riusciti a cambiare destino proprio in situazioni difficili. Diceva Sant’Agostino: nulla se mi considero, molto se mi paragono. E ancora deve venire il bello. Addirittura questo modello italiano decisamente più economico rispetto al passato potrebbe sgretolare il convincimento di Ceferin e Infantino che tutto passi dai soldi dei paesi arabi. Una politica che ha creato mostruosità economiche come il City e il Psg e che ha portato al mondiale in Qatar. Sembra evidente che una gestione più virtuosa del danaro possa comunque condurre a risultati sportivi di rilievo. Il calcio non ha più bisogno di megalomanie ma di maggiori conoscenze e gestioni più oculate. In attesa di una presa di coscienza dei vertici calcistici mondiali vediamo come reagiranno i vertici nostrani con la vicenda Juve dopo il giudizio del Collegio di Garanzia del Coni. Ovviamente non avanziamo nessuna previsione, ma se questa vicenda dovesse finire con la revoca dei quindici punti di penalizzazione alla società bianconera ci aspettiamo le dimissioni di coloro che hanno governato questa vicenda. Non si può pretendere regolarità togliendo e riassegnando punti con troppa facilità. Soprattutto quando si giudica su materie che non hanno ancora una chiara connotazione legislativa. Di una giustizia sportiva sommaria, frettolosa e conseguentemente superficiale non sappiamo più che farcene e chi doveva riformarla ha evidentemente fallito. Ne prenda atto.

Paolo De Paola

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