Le magagne dell’Inter (tutte), l’errore del Napoli (uno), la “magia” del Milan, il gesto di Mou, gli sgarri alla Samp, le frasi di Ceferin. E super Potter

Una serie di considerazioni che dureranno il tempo di uno starnuto, perché ormai non fai tempo a dire la tua cazzate che è già tempo di tornare in campo e cambia tutto un’altra volta. E figuriamoci ad aprile, con soli quattro giorni senza squadre di serie A in campo.

E allora volevo dire una cosa, riguarda la Sampdoria. La Sampdoria ha un sacco di problemi e pochissime speranze di restare in Serie A. Questo però non significa che con la Samp e con i suoi tifosi si possa fare quel che si vuole. Da settimane i blucerchiati giocano le loro belle partite, perdono, tutti gli dicono “però che bravi, si sono impegnati poverini…” e chissenefrega se l’arbitro di turno li penalizza. La Samp è stata parecchio mal gestita dal suo antico presidente, ma questo non significa che ora tutti possano trattarla come una pezza da piedi.

E volevo dirne un’altra. E riguarda anche questa la Samp. Anzi, il suo allenatore. Che si incazza come una bestia e combatte come un leone, nonostante tutto. E i tifosi avversari lo insultano e lui li guarda e si batte il pugno sul cuore. Porca miseria Dejan Stankovic, quanto sei grande. E quanto sei grande anche tu, Josè Mourinho, perché puoi stare simpatico oppure antipatico, ma ad avercene di tecnici capaci di dire “stop” ai propri tifosi quando i propri tifosi superano la frontiera della correttezza. Bravo Dejan, bravo Mou, bravi porca miseria.

E un’altra su Maurizio Sarri, tornato finalmente nella condizione di poter fare il lavoro come lo intende, ovvero sul campo. È uscito dalle coppe, gli resta il campionato, ovvero una partita a settimana. E quando si tratta di preparare una partita a settimana, capaci come lui, ce ne sono pochi. Sarà un tecnico “vecchia maniera”, ma se riesce a portare la Lazio alla Champions 23-24 gli devono spedire a casa la panchina d’oro. Anzi no, quella andrà meritatamente a Spalletti. Allora per il sciur Maurizio inventatevi qualcosa d’altro, la lavagnetta d’oro, la sigaretta d’oro, qualunque cosa d’oro. Perché una fase difensiva come la sua – 19 gol subìti, da domenica la migliore della Serie A – è una bellezza.

Pioli, invece, la Panchina d’oro l’ha vinta quest’anno. E un motivo ci sarà. Lo scudetto è certamente un buon motivo, la sua capacità di superare le difficoltà, pure. Prendete il Milan versione 2023: non funzionava, pareva inerme. E allora il tecnico si è tappato il naso ed è andato contro il suo credo tattico. Così facendo ha messo in difficoltà il suo miglior giocatore – Leao – e ha fatto incazzare gli “esteti”. Lo hanno massacrato, ma intanto i rossoneri – anche grazie a quella scelta – sono arrivati ai quarti di Champions. Ora, superata la mareggiata, riecco il Milan con la difesa a 4, e riecco Leao al suo posto. E al suo posto “quello lì” è devastante. E allora bravo Pioli: l’allenatore perfetto non è quello che vince tutte le partite (non esiste), ma quello che trova il modo di superare le inevitabili difficoltà.

Concedetemi una cosa sul Napoli. Come dite? I problemi? L’ansia. Viene giù tutto? Non scherziamo. Il Napoli ha perso una partita, malissimo, ma son cose che capitano. Qui la questione è un’altra. Amici, tifosi del Napoli, chemminchia state facendo? E ci rivogliamo a quella minoranza che sta giocando a un gioco pericolosissimo e certamente autolesionista. Cioè, un conto è scegliere di portare avanti una battaglia contro il caro-biglietti e tutte le altre questioni, altra cosa è scegliere di farlo in questo specifico momento. Questo è il tempo della goduria massima, del tripudio, di una festa che grazie a un dominio assoluto può iniziare tra poche settimane e durare per mesi. Questo è il tempo del Napoli e dei napoletani, tutti, soprattutto quelli che non hanno voglia di fare casino e intendono semplicemente godersela.

Ultime questioni. L’Inter, ovvio. Nella gara alla ricerca del responsabile per una situazione certamente non lusinghiera, ognuno dice la sua. Moltissimi puntano il dito su Inzaghi, qualcuno sui giocatori, altri sui dirigenti, buona percentuale anche sulla proprietà. Orca miseria, ma veramente? Cioè, “l’Inter” è in evidente difficoltà, non Tizio o Caio, tutti. E se mai riuscirà a venirne fuori sarà merito di tutti. Basta pensare che il colpevole sia uno (“è stato il maggiordomo!”), se le cose non funzionano significa che tutte le componenti devono migliorare, dal tecnico al magazziniere. Certamente Inzaghi non può scampare alla critica e certamente ha le sue colpe (possibile che un gol degli avversari significhi quasi matematicamente "partita persa”?), ma poi tocca anche a tutti gli altri dare una mano. Là davanti, per dire, e pure indietro. Tutti questi signori che alzano la voce quando si tratta di chiedere più grana, ma perdono la trebisonda e la lucidità se i loro avversari segnano un gol. Suvvia, un po’ di logica, un po’ carattere, un po’ di equilibrio in più. Magari a partire da questa sera, ché a Torino c’è in palio mezza finale di Coppa Italia, ma anche e soprattutto la possibilità di rimettere un po’ di ordine alla stagione.

Altra cosa. Una squadra con mezza rosa in scadenza e sempre “minacciata” dal mercato, per motivi evidenti, fatica a fare “gruppo”. All’Inter tutti vogliono vincere, ovvio, ma se pensano al futuro ognuno pensa ai fatti suoi, conscio che potrebbe essere altrove. Ecco, ora diremo per la 434234342esima volta la solita boiata: tocca uscire dal circolo vizioso dei debiti e dei mercati “sottozero” (nel senso che non solo non ci sono quattrini da spendere, ma vanno moltiplicati), altrimenti difficilmente nasceranno gruppi con un’identità.

E terminiamo.

– Allegri ha dimostrato per l’ennesima volta che dobbiamo smetterla di sentenziare nei suoi confronti perché, oh, alla fine ne esce praticamente sempre vincitore.

– Ceferin che gode in maniera piuttosto manifesta delle disgrazie dei suoi club “nemici” è la testimonianza che il calcio non è in buone mani. I tribunali devono fare il loro mestiere, il numero uno del calcio continentale deve fare il suo, ovvero aspettare. Altrimenti vale davvero tutto.

– Il Chelsea e Potter. Questo signore qui è arrivato 7 mesi fa, gli hanno fatto un contratto da 5 anni a 12 milioni a stagione, ora lo hanno mandato via e lo pagheranno tantissimissimo. Se non è una mago, allora ditemelo voi.

Viva Potter.

Impostazioni privacy