Caso Leao: vuole il Milan ma non basta. Tutti gli intrighi che lo spingono a Londra

Il mondo del calciomercato dei nostri giorni, è retto da alcuni assunti ineludibili che rappresentano certezze assolute. Una delle perifrasi più abusate è quella legata alla “volontà del giocatore”. Si da’ per scontato che in definitiva, sia quello l’aspetto più importante perché una trattativa abbia un buon esito, quasi mettendo in un piano di subordine tutte le altre parti in causa. Un mantra che in effetti caratterizza le trattative più lineari, ma che in perfetta simbiosi con quanto è in grado di manifestare sul campo alla stregua di uno dei suoi imprevedibili cambi di passo, potrebbe essere del tutto smentita dal “Caso Leao”.

Il punto di partenza è l’appiglio più forte per le speranze del Milan, perché secondo quanto ci risulta, Leao avrebbe scelto di restare in rossonero. Il suo obiettivo manifestato anche attraverso i messaggi d’amore più disparati tanto al club quanto ai compagni, sarebbe proprio quello di consacrare la propria volontà attraverso il rinnovo di contratto. Tutto apparentemente perfetto, se solo non iniziassero da qui le pieghe più complicate di una delle trattative più complesse della storia recente, quale che vada ad esserne il finale. Per correre incontro al desiderio proprio e del fuoriclasse portoghese infatti, il Milan si troverebbe costretto ad affrontare un vero e proprio bagno di sangue dal punto di vista economico. Un salasso composto da commissioni da elargire a tutte le (tante, troppe) parti in causa, alle quali si vanno ad aggiungere i 19 milioni più relativi interessi da rifondere allo Sporting Lisbona, oltre inevitabilmente ad uno stipendio in linea con i top player del continente, esclusi chiaramente quelli che militano in Premier League (lega magica che diventerà protagonista tra qualche riga).

Il presupposto è che paradossalmente, allo stato attuale delle cose, il Milan molto difficilmente potrà decidere di volersi permettere il rinnovo di Rafael Leao a dispetto delle volontà di cui sopra, e che di conseguenza la deadline si sposti ai mesi che ci accompagneranno all’estate. In assenza di rinnovo da qui a giugno, la cessione sarebbe di fatto inevitabile, e nelle pieghe dei rapporti di forza interni si staglia la figura di Jorge Mendes. Il Milan come Leao lo ritiene il punto di riferimento ed interlocutore di ogni possibile dialogo, ma di fatto ha una posizione subordinata rispetto a Ted Dimvula, l’avvocato francese al quale l’attaccante ha concesso per primo la procura di rappresentanza e che di conseguenza, in una maniera o nell’altra dovrà essere parte integrante dei dialoghi, quantomeno dal punto di vista formale con relativi oneri economici.

Il Milan ha cercato di favorire un accordo tra i due, trovando però un netto diniego proprio sul fronte Mendes che non ha interesse nel condividere alcun tipo di trattativa con Dimvula contando sulla volontà di Leao, mentre i rossoneri si trovano incagliati nella burocrazia delle normative che ovviamente non consentirebbero l’esclusione del legale francese. Senza contare la posizione volubile del padre di Leao, dapprima ispiratore della firma del figlio con Dimvula ed in seguito allontanatosi da quel tavolo per cercare di risolvere la situazione da “battitore libero” senza tuttavia esserci riuscito.

Le conseguenze sono allora legate al mercato, ed alla Premier League alla quale si faceva riferimento qui sopra, con il Chelsea a fare da capofila per le squadre disposte a tutto per tingere Rafael Leao dei propri colori sociali. Un assalto a gennaio è possibile ma ha realisticamente minime, se non nulle possibilità di riuscita. I tempi tecnici non potrebbero consentire una trattativa tanto complessa a stagione in corso, ed il Milan è orientato a rifiutare qualsiasi cifra per giocarsi fino all’ultimo le proprie chances di rinnovo almeno sino all’estate. A giugno il discorso e le prospettive saranno decisamente differenti. Anzitutto perché in assenza di rinnovo con il Milan, Rafael Leao partirà, e poi perché il Chelsea come altri club britannici non si farebbero alcun problema nel garantire la disponibilità economica per sanare del tutto la situazione. Anzitutto occupandosi dei 19 milioni ed oltre di pignoramento in favore dello Sporting, poi risolvendo la questione legata alle commissioni ed accontentando tutte le parti in causa. Meno Leao, che ha la priorità di restare al Milan, ma che potrebbe ritrovarsi “costretto” a digerire una destinazione differente con allegato un ingaggio decisamente più alto di ogni più rosea previsione. London calling.

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