Cyber Corner - Cacciapuoti: “Monza è il mio paradiso. E su Galliani...”

A Monza c’è un dato di fatto incontrovertibile. Anagrafico. Il nome Raffaele va di moda. Se Raffaele Palladino sul campo ha ribaltato la squadra, Raffaele Cacciapuoti con il pad continua il suo momento magico con i colori brianzoli. “ErCaccia98”, questo il suo soprannome, insieme a Lucio “HHezerS” Vecchione compone il Team Monza nel progetto esportivo del club di Berlusconi e Galliani. Cacciapuoti è reduce dalla vittoria in eSuperCup, in un periodo intenso tra impegni con il Monza e allenamenti con la eNazionale.
Perché giustamente, anche voi vi allenate. Tanto.
L’allenamento è una parte fondamentale del nostro lavoro, consiste sia nello gioco in console ma anche e soprattutto nell’analisi tattica che facciamo davvero di frequente. Sia come singoli sia come gruppo. E in questo il coach della Nazionale Nello “Hollywood” Nigro è fenomenale. Ci torchia si, ci tiene sull’attenti ma non ci fa mai mancare nulla. Come tutto lo staff della Nazionale del resto.
Siete un gruppo affiatato.
Ti dico una cosa. In uno degli ultimi eventi internazionali in tanti ci hanno detto che anche da fuori sembriamo uno squadra. Ho visto nazionali dove si, giochi insieme, ma “offline” sei da solo oppure con un gruppetto. Noi no. È la nostra forza, essere in sintonia con il pad ma anche amici fuori. Ci siamo tanti consigli, ci aiutiamo e ci sproniamo. Le emozioni poi che ci da Coverciano sono uniche, quando ci ritroviamo li sentiamo un orgoglio incredibile.
Immaginiamo sia stato un viaggio lungo, fino all’azzurro.
Nasco pro player nel 2019. Non ho mai avuto grandi ambizioni o grandi obbiettivi, se non quello di divertirmi. Ho iniziato in quell’anno a mettermi alla prova, mi qualificai a un torneo molto importante a Bucarest e ho avuto l’opportunità di fare il mio primo contratto con il Monza. L’esplosione anche mediatica l’ho avuta con FIFA21: ho fatto Champions League, Mondiale per Club, Top15 Europea. Ho avuto poi la forza e la bravura di confermare tutto lo scorso anno.
Un crescendo insomma.
Esatto. Sono sempre stato un player molto freddo e analitico. Oggettivo. Sia nel bene sia nel male. Questa è la mia forza caratteriale che emerge sempre quando gioco. A livello di gameplay sono un giocatore, nel senso che amo mettere sul campo il calcio. Purtroppo poi i titoli non lasciano troppo spazio al l’interpretazione, nel senso che ogni gioco ha le sue meccaniche che vanno analizzate, imparate e assorbite per sfruttarle al massimo. Posso giocare al mio meglio possibile, ma se davanti ho contro un player che sfrutta al massimo i vantaggi e i bug del gioco perdo sempre. Bisogna unire entrambe le esigenze, ossia avere il proprio stile e l’interpretazione delle dinamiche e dei bug. Poi un evergreen all’italiana potremmo dire: si parte dalla difesa. Chi è forte in questo fondamentale rimane sempre sulla cresta dell’onda.
Nel 2019 l’esplosione quindi, poi il Monza.
Sono alla quarta stagione con i brianzoli!
E menomale che nel calcio non ci sono più le bandiere!
È un onore per me far parte da di questo club da così tanto. Il Monza è stato il mio primo team, la mia prima esperienza. Sono orgoglioso, sento da tutte le componenti della squadra vicinanza e fiducia. La società poi è importante, ricordiamoci chi è capo del club. Berlusconi e Galliani che hanno fatto la storia del calcio.
Tu, insieme all’altro componente del Team Monza Lucio “HHezerS” Vecchione, sei reduce da una vittoria importante in eSuperCup.
Partivamo come strafavoriti. Però dovevamo dimostrarlo con il pad, perché nell’esport spesso c’è l’imprevisto. Anche per come era strutturato il tabellone. Io e Lucio abbiamo dominato, non ci saremmo accontentati neanche della finale. Eravamo i più forti, abbiamo vinto tutte le partite nei novanta minuti. Siamo molto soddisfatti, ci ha chiamato anche Galliani…
Quindi possiamo dirlo, Adriano Galliani appassionato di esport.
Lo sento ogni tanto, anzi dopo gli appuntamenti importanti chiama sempre. Sia quando le cose vanno bene, sia quando i momenti sono complicati. Ricordo quando tempo fa squillò il telefono mentre mangiavo con alcuni parenti, insomma una serata apparentemente normale!
Era lui?
Esatto. “Pronto, sono Galliani”. Pazzesco, non ci volevo credere. Credevo fosse addirittura uno scherzo.
E invece no.
Era reale e lì ho capito perché lui è Berlusconi hanno costruito quello che hanno costruito e vinto quello che hanno vinto. Essere presenti e curare ogni singolo elemento della propria società con massima attenzione e cura.
Da fuori sembrerebbe strano.
Normalmente penseremmo a un dirigente di quel livello alle prese con acquisti e cessioni. Telefono bollente a parlare con procuratori, o comunque a seguire con massima attenzione specialmente le vicende della prima squadra. “Ti pare che pensa a me?”. E invece no, mi ha chiamato e si è interessato. Ogni volta mi invita a dare di più e a fare sempre meglio. Capisci che lui vuole vincere. In ogni ambito, in ogni settore. Non conosce altro che l’eccellenza. E dopo la eSuperCup vinta era soddisfatto, ci ha fatto i complimenti e aggiunge sempre “mai fermarsi!”.
Un Top Team senza se e senza ma.
Parlo spesso con amici-colleghi, legati ad altre squadre di Serie A. Mi raccontano come vengono trattati e quello che dico è solo che devo ringraziare il Monza. Un'organizzazione di livello assoluto. È il mio paradiso e voglio ripagare la fiducia che mi viene data ogni giorno.
Anche i giocatori “reali” sono molto coinvolti. Sono bravi col pad e con il joystick?
C’è Carlos Augusto che oltre a essere bravissimo in campo (ho consigliato a tutti i miei amici di prenderlo al Fantacalcio!) se la cava anche con il pad. Machin poi, ho sentito che è gioca molto forte.
Un pro player riesce a vivere fuori dallo schermo?
Deve farlo. Questo è un lavoro vero e proprio. Occorre metterci anima e corpo. Essere professionali in ogni aspetto. Per questo vivo la console durante gli allenamenti e in gara. Ogni tanto i miei amici provano a coinvolgermi, a chiedermi consigli. Però spesso evito, proprio perché voglio godermi al massimo i momenti offline.
Come le partite del tuo Napoli.
Abbiamo un grande vantaggio in campionato. Circa 10 punti. Ho paura un po’ dell’Inter, che mi sembra la più attrezzata. Però non mi far parlare, ogni partita è ricca di tensione. Un patema vero e proprio. L’azzurro è la mia passione, la squadra di Sarri poi il mio amore più grande. Dico sempre che guardarla assiduamente per tre anni ha influenzato molto il mio stile di gioco col pad.
Anche il Napoli di Spalletti?
Certamente, anche se è difficile utilizzare nel gioco i calciatori del Napoli. Nel competitivo soprattutto. Se ti vuoi divertire c’è Kim o Anguissa, ad esempio una carta buona di Kvara ancora deve uscire. Al momento il suo valore è di 74, davvero molto basso ma sono sicuro che presto ne arriverà una versione più forte. Sarà dura non metterlo in squadra in quel caso.
Che farà ErCaccia dopo aver appeso il pad al chiodo?
Non credo il coach puro, forse il responsabile di un team esport. Se vogliamo rimanere in questo mondo. Altrimenti il match analyst, una figura che da sempre mi affascina.
Momento Joystick o Momento Pad! Quando ti è capitato di voler lanciare, o di lanciare proprio, il joystick o il pad durante una partita o durante una situazione di gioco?
Qualche tempo fa ero impegnato in una partita. Stavo dominando in maniera incredibile, pali, traverse, cento tiri. Eravamo però sul pari. Ho dato due o tre pugni alla scrivania, perché il pad si rispetta sempre. Mi sono calmato e poi ho vinto. Povera scrivania però.