Pjanic si racconta: "Quando ho lasciato la Roma ho pianto. Sarri è straordinario"

L'ex centrocampista della Juventus ha ricordato il suo addio alla squadra giallorossa ed il tecnico toscano, avuto nel suo ultimo anno in bianconero
21.11.2023 00:00 di Riccardo Tranchida   vedi letture
Pjanic si racconta: "Quando ho lasciato la Roma ho pianto. Sarri è straordinario"
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L'ex centrocampista della Juventus e della Roma Miralem Pjanic, intervistato durante il podcast Aperibiza, ha raccontato alcuni aneddoti, tornando a parlare del suo addio ai giallorossi e di colui che reputa il migliore allenatore avuto in carriera. Queste le dichiarazioni rilasciate dal bosniaco:

"La Roma? Li mi sono innamorato della piazza e ho pianto quando me ne sono andato. Volevo fare un altro step nella mia carriera, prima passando alla Juventus dove subito sono arrivato in finale di Champions League, poi andando al Barcellona che è il top mondiale. La carriera è corta e bisogna sempre trovare nuove motivazioni, restare nella comfort zone è una cosa semplice, ma non è buona".

Qual è stato il miglior allenatore che ha avuto?

"Ne ho avuti tanti bravi. Ho avuto la fortuna di lavorare con grandi allenatori: Luis Enrique, Allegri, Spalletti, Garcia, Xavi. Tutti lavorano in una maniera diversa. Con Spalletti sono stati sei mesi incredibili, mi sono divertito tantissimo e mi sono chiesto come mai non avesse mai vinto qualcosa prima. Nell’ultima stagione ha strameritato lo Scudetto. Ho apprezzato molto Allegri, ho fatto tre anni di fila con lui e sono stati quelli più importanti. È stato un allenatore molto importante per me. Ho avuto Sarri che è un pazzo di calcio, che vive di calcio. Straordinario come allenatore".

Un calciatore che non voleva affrontare?

"Odiavo giocare contro Chiellini. Una volta alla Juve l’ho amato, un ragazzo straordinario, un compagno fantastico e il giocatore che tutti sapete. Quando giocavamo contro mi menava. La cosa divertente è che ti mena e poi fa finta, ti dice: 'Scusami' e ti dà un bacio, così l’arbitro non gli dava il giallo. Era furbo, avendolo con me ero molto più tranquillo".